La fatica

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Quando compi uno sforzo, la fatica si accentua e questo provoca un cambiamento, un mutamento della situazione personale, collegiale e sociale.

Vi sono diverse modalità nell’affrontare la fatica, a livello fisico la percezione può risultare immediata, mentre nella dimensione sociale, la lettura può rivelarsi sostanzialmente nell’arco del tempo prolungato.

Una fatica individuale, viene gestita dal singolo, ma le fatiche collegiali vengono condivise e influenzate da più soggetti e le “cose” si complicano.

Le ricadute delle azioni anomale o delle “nuove criticità” portano inevitabilmente a dover fare i conti con l’applicazione di nuove procedure d’azione.

Quando cambia lo scenario sociale, nei tempi nei modi (nella condotta) il singolo individuo inizialmente è destabilizzato e va in crisi, perché obbligato a mettere a fuoco la nuova dimensione reale ed a ristrutturare il proprio stile di vita. Se la gestione corporea alla fatica, si affronta più o meno velocemente, infatti vi sono dei tempi fisiologici (il battito cardiaco, la sudorazione, i tremori negli arti), si percepiscono segnali che riportano ad uno stato di tranquillità e normalità…

È ben diverso analizzare le fatiche collegiali, in quanto si devono innescare dei “correttivi complessi” per facilitare il riconoscimento dal punto di pre-destabilizzazione.

Nelle diverse epoche storiche, l’uomo ha sempre cercato di trovare delle strategie per svolgere dei compiti riducendo la fatica. Ha utilizzato e messo in atto le conoscenze, per utilizzare progettare macchine strumenti che rappresentano surrogati sostitutivi della forza lavoro.

La fatica ci mette alla prova?

Certamente, perché tutti gli sforzi hanno bisogno di perseveranza nella riuscita.

La fatica ci impegna, ci pone limiti, siamo costretti ad aumentare l’attenzione in certe situazioni, oppure a saper attendere aspettare. Vi sono persone che cercano di aggirarla e scaricarla ad altri… se io non faccio… fai più tu!

Nella nostra società vi sono poi coloro che utilizzano il denaro, per raggiungere gli obiettivi e non si “sporcano le mani”, ma delegano ad altri il compito di qualunque natura… che orrore far fatica!

Si costruiscono percorsi alternativi, comodi… tutto e subito, poi ci si riposa mentre gli altri faticano.

Il mercato ha aperto le porte alla disuguaglianza, io spendo, perché posso! Ormai è consolidata l’espansione tecnologica, impiegata in qualsiasi campo, schiacciare sfiorare un pulsante o un bottone e conferire richieste, dare comandi per ridurre il tempo e guadagnare di più… è la norma.

Ci proiettano costantemente immagine di bellezza senza tempo, di imprese facili da compiere, di comodità e lusso facilmente raggiungibili tutto diventa pressoché scontato.

Stai lontano dalle fatiche, solo gli sfigati arrancano… goditi la vita a tanti zeri!

Devo dire che la memoria a volte fa brutti scherzi non ricorda, perché è passato troppo tempo dalla rivoluzione industriale. Dalla trasformazione urbanistica e dall’assembramento di maggiore densità della popolazione, nelle grandi città, oggi metropolitane.

Dalla frenesia dei mezzi di comunicazione, dai trasporti che hanno facilitato l’espressione e la divulgazione delle idee, delle arti e mestieri, fino alla grande distribuzione. Ritorniamo con la memoria nel passato, quanti esempi nella mitologia greca di racconti che utilizzano la forza (sia fisica che mentale), per superare ostacoli… sono davanti a noi le imprese di Ercole e le 12 fatiche. Vari miti e allegorie, hanno offerto letture accattivanti, che offrono soluzioni per affrontare terribili fatiche.

Abbiamo a disposizione le filosofie orientali, le quali attraverso l’applicazione di metodi introspettivi curano l’anima, il corpo e la mente, e ci aiutano a sollevarci dalle fatiche quotidiane. Si tramandano riti, cibi e leggende, che lanciano dei segni e “catturano energie dell’universo”, per aiutarci nella gestione delle fatiche. Ora risintonizziamoci nel presente ed ascoltiamo negli spot pubblicitari quanti prodotti vi sono per combattere l’affaticamento e lo stress.

Ci propinano super integratori molti vitaminici, per armarci e non ammalarci, diventiamo dei super eroi che combattono le avversità non draghi, lupi e orsi, ma la frenesia e i ritmi sempre più incalzanti.

Quei miscugli colorati, assomigliano tanto a delle pozioni magiche, che rinforzano e donano sorprendenti capacità inimmaginabili a coloro che con vigore l’ingoiano. Ma il segreto qual è?

È credere nelle proprie possibilità, è la voglia di non arrendersi e aguzzare l’ingegno… imparare a riflettere, per trovare strategie ed anche ritagliarsi delle aree di sosta dove riposare e ritemprarsi dopo le fatiche. La natura meravigliosa accoglie tutti, proprio tutti!

La fatica si porta sulle spalle, pesa… è pesante, ma se riesci a farla scendere, a farla scorrere tra le braccia … giungerà poi tra le tue mani, così potrai guardarla , conoscerla, assaggiarla farla tua. Il tuo organismo la semplificherà e la soluzione arriverà… il tuo cammino perciò proseguirà.

Elena Montini

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Tiziano ha detto:

    Elena scrivi divinamente,sono rimasto entusiasta dai tuoi scritti.Complimenti.

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    1. Elena ha detto:

      Grazie di cuore ..con tranquillità leggi quello che nel titolo ti colpisce …ti tufferai in dolci acque non del lago ma nelle parole che ti rigenerano !

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  2. Fausta ha detto:

    Complimenti brava

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