Azioni che nella quotidianità ogni uomo compie, senza comprendere la valenza positiva e l’incidenza negativa, che ricadono su di noi e sulla società.
Per vivere prendo aria… immetto ossigeno inspiro e lascio anidride carbonica espiro con un ritmo regolare.
Per vedere spalanco le palpebre e lascio che la luce colpisca l’organo adibito alla vista, l’ occhio e con movimenti involontari le richiudo riabbassandole .
Per sentire il mio orecchio è strutturato per ricevere e prendere, catturare i rumori, che si trasformano i suoni, I quali si preconfigurano in musica, in parole, in codici… prendo ascolto poi lascio parlo comunico.
Per eseguire un’infinità di procedure, di necessità corporee , utilizzo semplici e complessi gesti nei quali le pratiche del prendere e del lasciare sono molteplici.
Apro le mani per prendere, accogliere, percepire sensazioni, ma anche per lasciare. Le chiodo per stringere, afferrare e tener con sé. Questi due movimenti sono spesso concatenati e Inter scambiabili …viaggiano in alternanza e in sintonia.
Per i nostri spostamenti, si, prendo ed occupo uno spazio e poi lo lascio lo abbandono. A volte ripercorre più volte lo stesso tragitto e il mio transitare diventa un’abitudine.
A volte si esplorano ambienti nuovi, si prendono strade inconsuete, traiettorie improvvise, per deviazioni obbligate. Lasci tracciati noti, per prendere percorsi che portano a scoperte e avventure meravigliose. Si prende e si porta a se.
Migliori e arricchisce il tuo bagaglio di esperienze, di conoscenze e di sapere. Più si ha, più si accumula, e non puoi tenere sempre tutto, bisogna avere il giusto equilibrio. È indispensabile sapere che cosa si deve e si può lasciare andare!
I bambini desiderano tutto per se” prendere prendere” tipico egocentrismo infantile.
Gli adolescenti ambiscono alla piena libertà “lasciare lasciare” tipica rottura delle convenzioni strutturali opposizione alle imposizioni.
Gli adulti cercano di equilibrare questi due fattori” lasciare e prendere” segno di maturità e di responsabilità.
È necessario stilare delle priorità, vi sono cose che mai e poi mai vanno lasciate. Vi sono esperienze, che rimangono per sempre lasciano segni incancellabili..
Vi sono oggetti, che hanno un utilizzo precario, passano di moda, si lacerano con il consumo ed è giusto lasciarli, altri perdurano tutta la vita perché senza tempo, si adattano in ogni situazione e in ogni luogo. Lungo il cammino nella nostra crescita, le nostre abilità ci permettono di evidenziare quello che è indispensabile e quello che può essere superfluo. Ogni persona ha la propria dimensione e le possibilità di scelta sono infinite.
Immaginati davanti ad uno scaffale del supermercato, dove sono riposti molteplici prodotti. Prendi quello che serve e lasci quello che risulta indifferente ..che hai già o non ti sembra opportuno comprarlo. Ogni essere umano si specializza nella cernita delle azioni, privilegia quelle che recano appagamento, che riempiono e soddisfano i bisogni, che rendono la vita piena di gioia e di completezza. Lasciano ciò che non fa per se, che crea attrito e reca danno , quello che stona e procura tristezza.
Si lasciano uomini e donne, incontrate lungo la via, e si prendono per mano quelli che hanno bisogno di sostegno. Si lasciano andare amicizie che hanno terminato e si sono svuotate.
Si prendono sorrisi si lasciano piangendo
Si prendono abbracci e si lasciano soffrendo
Si lasciano andare, perché sono ormai maturi
Si lasciano vivere, perché si amano
Il nostro bagaglio è sempre in bilico,
a volte pesante, carico di pesi
a volte leggero, vuoto semivuoto
È sempre un riempire, prendere
È sempre nello svuotare, lasciare
dove tale esercizio si impegna e
ci conduce alla scoperta di ciò che noi
vogliamo e di ciò che noi siamo,
un poco collezionisti…
un poco artisti…
un poco trasformisti.
Elena Montini