Gratta gratta e guarda c’è una magia.
Una grattugia per regalo? Può servire!
La utilizza un uomo o una donna? Chi vuole!
C’è un bambino che apre la mano e aspetta…
Eccola lì… c’è una montagna a forma di triangolo giallo, che presa è posizionata sopra un rettangolo d’argento con tanti forellini, va avanti e indietro accompagnato dalla dolce presa della mano e accade qualcosa… immediatamente si vede scendere da sotto una pioggia di stelle o dei soffici fiocchi di briciole.
Pensa! Tutto il buono che c’è sopra, ora è passato sotto, ma non viene perso cade scende dentro un caldo brodo, oppure si appoggia come neve sopra una teglia di lasagne, per formare poi quello strato che diventerà una croccante crosticina, se ben cotta al forno.
Quindi la grattugia scompone ciò che prima era compatto e denso, in tante parti sottilissime, in minuscole particelle che si stemperano per entrare a far parte di nuovi composti.
Sono tante le sostanze che si possono grattugiare? Certamente, non solo il formaggio, ma anche le verdure, il cioccolato e tante altre. Si possono poi grattare questioni, idee e creare nuove soluzioni, ma bisogna essere abili ad avere un tocco magico per fare questo.
Si grattano poi i giorni, che compongono un mese, per poi passare alle stagioni e per finire ad un anno intero. Gratta gratta e si finisce per arrivare alla crosta, all’osso oppure alle dita della mano e alla fine della vita. Ebbene si siamo in una società compatta, che cerca il più possibile di recuperare spazio, ma poi se grattiamo ci ritroviamo l’essenza nella sostanza.
Comprendiamo come ogni granello o briciola, sia indispensabile per creare quella impanatura e per dare quel sapore.
Anche la capacità di riconoscere il valore della compattezza, viene valorizzata nel momento in cui noi, perdiamo il collante che ci tiene uniti, ma c’è sotto quella mano aperta che aspetta che le passiamo ogni prelibatezza e con gioia si lecca le dita e sorride per la bontà.
L’azione del grattugiare si articola in due fasi, ci fa andare avanti e poi si ritorna indietro.
Questo ci fa pensare all’elasticità del gesto rivolto verso il futuro, ma con lo sguardo e le risorse del passato. E’ sempre un gioco per lasciare andare, ma si dona ciò che si possiede ricordiamolo.
Gratta gratta e crea quella magia che lascia quel tocco particolare.Parla di te nella realtà, la nostra quella attuale, perché è arrivato il tempo di donare.
Elena Montini