Perché piangi

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Sul viso sgorgano lacrime, scendono una dopo l’altra e bagnano le guance, poi cadono.

Vengono alimentate dalla sorgente, che racchiude tutto il nostro dolore e dal fondo come in un pozzo, ristagna la sofferenza.

Il pianto arriva quando le emozioni sono talmente forti, che il nostro organismo non riesce più a trattenerle e attraverso diverse formule chimiche, fa fuoriuscire una composizione liquida, che prende il nome di lacrima o meglio le lacrime, perché in entrambi gli occhi ci sono.

Ci sono diversi pianti e ad ogni evento particolare il nostro fisico risponde. Il pianto offre un’opportunità da un significato, crea e manifesta reazioni per noi e per gli altri.

Si piange in solitudine, ma si può anche essere consolati da un amico accanto… quella persona che ti sorregge, ti abbraccia, ti tiene la mano.

Si piange durante un rito, una cerimonia, quando attorno a se vi sono molteplici persone… gli sguardi sono rivolti verso te, ma non si percepisce nessuno.

Si piange per commozione, oppure per delusione.

Si piange dal nervoso, ma anche per la contentezza. Nel momento in cui la tensione o l’improvvisa eccitazione, quella energia sale sale raggiunge il limite ed ecco che accade; si arriva a non riuscir più a trattenersi.Gli occhi si bagnano, si riempiono e poi dal lato le lacrime straripano.

Si piange per comunicare un certo o non certo disagio, non si hanno le parole per esprimere quello che si prova ed è così che il cuore batte forte ed il viso si bagna.

Il pianto ti libera, lascia andare il magone che si ha dentro… si butta fuori. Il pianto segnala, irrompe.. Pensa al vagito del piccolo denota la vita che sboccia inizia… siamo vivi c’è la vita! Il pianto ha diverse coloriture: 

Il pianto di gioia, le lacrime della vittoria nel sorreggere un trofeo dopo una gara… la tensione ormai è finita.

Il pianto di felicità, attimi, frammenti che vengono coronati con delle lacrime dovute alla forte emozione… che meraviglia!

Pianto dallo stupore, quando la bellezza della natura ci affascina a tal punto da lasciarti senza fiato… che colori quel tramonto, che teneri quei cuccioli, che immenso l’ oceano… che unicità condividere con colui che ami il cielo stellato nella notte.

Quel fazzoletto tutto bagnato, pieno di lacrime, girato e rigirato… riposto in tasca e poi riusato, ma quante lacrime!? Non finiscono più e tracciano il nostro sentire.

Il pianto per un abbandono… non riuscire a comprendere la fine.

Il pianto per uno schiaffo… fa male al corpo, ma anche all’anima.

Il pianto per un rimprovero… quanta ingiustizia.

Il pianto per un’attesa… che procura insicurezza.

Il pianto per… perché proprio a me!

Il susseguirsi della fuoriuscita delle lacrime è la manifestazione che esistiamo, proviamo, cerchiamo di capire, di esprimere il nostro essere persona e creatura. Chi si ricorda quante volte abbiamo pianto? Un’infinità, ma certe lacrime non si scordano, perché sono cariche e ricche di valore.

Denotano un passaggio, un attraversamento, un cambiamento, un modo di lasciare una situazione e ripartire con energia rinnovata. Un modo per lasciare un segno … quelle piccole gocce di acqua e sale, che ridonano pace e rendono la vita ricca di sapore, proprio quello che si sente quando quelle lacrime bagnano le nostre labbra.

Elena Montini

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