Iniziamo con l’appello… proprio come a scuola.
Una sequenza di nomi propri, abbinati all’unicità dei volti e sostenuti da cognomi a volte ricorrenti e ripetitivi, che al momento della chiamata rispondono : “presente“.
Questo ci pone in un contesto sociale ed è la dimostrazione d’esser li con la propria dimensione in quel preciso luogo e in tempo ben definito… siamo nell’anno…
Quante volte ho effettuato questa pratica, facendo scorrere il dito dall’alto verso il basso e di rimando gustando le diverse tonalità di voci ,che definivano già l’interlocutore con delle specifiche caratteristiche.Quanti valori emergono in chi c’è e chi non c’è… quanto conta la nostra fisicità?
Ci esercitiamo a sentire solo quello che i nostri occhi vedono ,oppure noi sentiamo qualcosa che c’è, ma non si vede ?
Ci siamo, perché qualcuno ci ha collocato in uno spazio… ci vediamo domani in palestra alle tre.
Ci siamo, perché ci hanno riprodotto in un quadro e la nostra fisicità è scolpita in un dipinto o in un mezzo busto in bronzo, perché c’è una fotografia che ci ritrae.
Ci siamo, perché facciamo parte di quella famiglia in quella comunità .
Ci siamo, perché viviamo in quel territorio
Ci siamo, perché i documenti anagrafici, riportano le nostre uniche caratteristiche morfologiche.
Quante volte ci siamo strutturalmente… che cos’è, che ci fa sentire presenti, anche quando non ci siamo?
Le nostre azioni parlano di noi e modificano la realtà, i pensieri si trascrivono e vengono codificati per esser divulgati e le opere occupano spazi per esser riconosciute e offrire tracce storiche.
Alcuni “pionieri” hanno navigato e scoperto isole lontane, non si sono fermati, ma hanno continuato con costanza e perspicacia.
Alcuni “poeti“ hanno narrato e strutturato pensieri in versi, per incantare e raccontare l’esistente, l’improbabile e l’infinito. Il tempo non si è fermato, ma si è dilatato, a volte destrutturandosi per comprenderlo meglio, conoscerlo nel dettaglio, nel profondo grazie a quelle lenti d’ingrandimento sulla realtà.
Alcuni hanno sperimentato ,provando e ricercando, studiando soluzioni nuove, per superare ostacoli, così hanno offerto modalità nuove da attuare al bisogno e progredire.
Alcuni hanno modificato le condizioni, per migliorare la vita dell’umanità, per donare qualcosa di sé ad altri… è un pezzo di noi che va oltre il momento circoscritto e rimane a disposizione… quello ci sarà anche se noi non ci saremo. Potrà esser manipolato, utilizzato, riconvertito, ma si parte sempre da li… da ciò che qualcuno ha lasciato per noi. Una conquista è sempre un lavoro di squadra da ciò che gli uomini hanno saputo immaginare!
Penso spesso a come l’umanità si sia evoluta, siamo arrivati fin qua, superando enormi difficoltà. Ogni epoca storica ha i propri “eroi“ che riescono a vincere delle battaglie. La vera forza è l’aiuto reciproco, l’aggregazione e il saper donare. Sentire la presenza costante di figure significative che indicano il cammino, che lasciano dei segni per noi importanti per continuare il percorso dell’umanità… ogni persona lascia qualcosa di sé al mondo e abita il nostro presente sempre anche se non c’è fisicamente è presente.
Elena Montini